Firenze, 21 giugno 2014 – Il bellissimo articolo pubblicato sul Corriere Fiorentino di oggi, a firma Gaetano Cervone.
Da un lato uno sguardo al futuro, all’idea degli stadi come punti di aggregazione per le famiglie. Dall’altro uno sguardo al passato, allo spirito dei «ragazzi di Bibe» e del calcio come socialità e occasione di ritrovarsi insieme. Nel mezzo i cinquant’anni del Porta Romana e di quei valori sportivi e attaccamento al quartiere che hanno portato una piccola società dell’Oltrarno a diventare la seconda squadra di Firenze. Tutto in una festa. Tutto in un messaggio: «Portate i bambini, ci sono i gonfiabili».
È con le famiglie del quartiere che gli arancioneri hanno deciso di festeggiare il mezzo secolo di storia allo stadio «Buozzi» delle Due Strade: due settimane di appuntamenti, dal giovedì alla domenica, serate (dalle 19 alle 23) a base di carne alla brace, frittura di pesce e pizza a forno. La prima è stata giovedì scorso, si chiude domenica 29 giugno con un ideale passaggio di consegne: la Top 11 dei calciatori che negli ultimi cinquant’anni hanno vestito la maglia del Porta Romana (scelti dai tifosi tramite il sondaggio lanciato sul sito della società) consegnerà il pallone alla squadra che disputerà per il terzo anno consecutivo il campionato di Eccellenza.
Sarà l’avvio ufficiale della nuova stagione, che vedrà in panchina Salvatore De Carlo, l’anno scorso allenatore in seconda dell’allora tecnico Fabio Guarducci. Un segnale non di poco conto: «Abbiamo preferito la soluzione interna proprio per rendere effettivo un cambio di filosofia — annuncia il consigliere Lorenzo Taiti — vogliamo fare i professionisti nei dilettanti, con professionalità e non con professionismo». Non un gioco di parole, e neppure un commento dettato dall’emozione dei cinquant’anni. Ma una dichiarazione studiata a tavolino, perché al Porta Romana hanno deciso che bisognava tornare allo spirito dei «ragazzi di Bibe», quando si giocava sul campetto di via delle Bagnese alle spalle della trattoria, senza l’ossessione della vittoria e l’ansia della promozione in categorie superiori. Un ritorno alle origini che riesce facile se si pensa che l’attuale presidente, Giorgio Borchi, è colui che il Porta Romana l’ha fondato e ancora ne tiene saldamente in mano le redini societarie. E che in questi giorni di festa si ritrova a tavola padri di famiglia che ha visto giocare con la maglia arancionera: «Siamo una grande famiglia, e come tutte le grandi famiglie abbiamo piacere di ritrovarci: ed è molto bello questo attaccamento alla squadra del quartiere». Venerdì 27 ci sarà la serata anni 70, tutti i giorni dal giovedì alla domenica sarà possibile assaggiare (per i più grandi) diversi tipi di birra alla spina, mentre i più piccoli potranno saggiare i gonfiabili, la ruota della fortuna e divertirsi con il calcio balilla umano: «È più di una festa, è un chiaro segnale che lanciamo al quartiere dell’Oltrarno, lo stadio delle Due Strade è un nuovo centro di aggregazione per le famiglie, non solo la domenica e non solo per il calcio — spiega Francesco Tomasello, responsabile eventi della società — la risposta nelle prime serate è stata ottima, come quella degli sponsor della zona che hanno promosso l’iniziativa».
Un modo diverso per sfruttare uno stadio che oggi sfoggia un manto di erba sintetica di ultima generazione. Ma la stessa maniera di intendere il calcio, anche se sono passati cinquant’anni: «Non vogliamo perdere la nostra identità, per questo abbiamo fatto un passo indietro e preferito dare spazio a chi va in campo per divertirsi e non per lo stipendio», spiegano i dirigenti storici, anche loro in corsa per la top 11 dei migliori giocatori arancioneri di sempre. E così la nuova squadra è stata costruita attorno al nucleo storico di Conti, Chiarelli, Santini e Ciolli, con l’aggiunta di validi calciatori come Chiuchiolo, Landi e Bianchi, provenienti da categorie maggiori che hanno lasciato per motivi di lavoro. E forse perché, anche loro, volevano tornare a divertirsi. Ed allora hanno scelto il Porta Romana.
Gaetano Cervone