Firenze, 20 aprile 2015 – Nuovo appuntamento con la rubrica curata da Giacomo Grazzini: “Tutto il calcio minuto più… minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai”. Ecco il commento all’ultima partita di campionato:
Il fatto incredibilmente edificante della settimana appena trascorsa, è che, quest’anno, alle Due Strade è entrato in scena, pure il. .Monopoli.
Questo non vuol dire, cari amici, che la Dirigenza del Porta Romana, improvvisamente s’è preso una gran. .Briscola, trovando, così, un’interessante soluzione alternativa al. .Pinnacolo od alla. .Scala 40 oppure addirittura alla. .tombolata, per trascorrere, in allegria, le serate al Buozzi, tra amici e simpatizzanti, ma semplicemente perché, e se questa volta non sono stato sufficientemente chiaro, volentieri, mi. . Correggio, la ragione di cui sopra e che, allo Stadio Buozzi, dicevo, mercoledì scorso, è entrata in campo, nientemeno che, la squadra del Monopoli, protagonista vincente contro la Correggese, nella finale di coppa Italia di serie D.
Tale manifestazione sportiva, che si è tenuta, appunto, nel nostro impianto, alla fine, ha sorpreso benevolmente un po’ tutti, perché è risultata veramente piacevole e ben riuscita, soddisfacendo proprio tutti, compreso le due tifoserie arrivate da molto lontana, con una partecipazione davvero cospicua.
Quindi, a conto fatti, complimenti meritati a tutto il nostro staff organizzativo ed a tutto il Porta Romana calcio, per aver messo così in bella vetrina davanti a tutto il mondo sportivo e non solo, sia la nostra bella e rinnovata struttura sportiva che la nostra amata società’.
Passando invece ai fatti. .Quotidiani, in una intervista recente, rilasciata appunto al. .Quotidiano Nazionale, da Eraldo Pecci, in occasione del compimento dei suoi primi 60 anni, l’ex campione d’Italia con la maglia granata del Torino, di fronte alla domanda specifica : “.. la persona che più vorrebbe reincontrare ? “, l’ex campione del Bologna, Toro e Fiorentina, ha risposto così “…. Da ragazzi, purtroppo, si sorvola tanto e ci si ferma poco. Mi piacerebbe fermarmi di più con Bearzot e con Pesaola. Con Giacomo e con Giorgio Ferrini, due a cui presi il posto, e lo capii tardi, mi aiutarono a farlo. Ma Giacomo almeno aveva già vinto, invece Ferrini lascio’ a me la gioia dello scudetto.. “.
Quando Eraldo Pecci, parla di Giacomo, non si riferisce, di certo, al sottoscritto, ma ad una mezzala, che ha fatto davvero la Storia del calcio a Bologna, vincendo perfino un tricolore nel 63/64.
Trattasi naturalmente del compianto Giacomo Bulgarelli, classe ‘ 40, bandiera del Bologna, gloriosa società, quest’ultima, dove, la mezzala emiliana, milito’ dal ‘ 59 al ‘ 75 e dove, si elevo’ a grande protagonista, in particolare, nel campionato, del 63/64, a conclusione del quale, la società felsinea, conquisto’ meritatamente la vittoria finale, vincendo la famosa partita spareggio disputata a Roma contro l’Inter, partita quest’ultima valevole, appunto, per la conquista dello scudetto.
Ricordiamo volentieri quella formazione vincente di quella stagione, la quale veniva schierata così in campo dal mister Edmondo Fabbri :
In porta c’era un. .Negri, per l’anagrafe, terzini erano Furlanis e Pavinato (..con. .Capra invece a pascolare tra campo e panchina ), in difesa svettava la torre Janich, con. .Tumburus,. .martellante sugli attaccanti avversari. A centrocampo il gioco era tranquillo, perché non cadeva. .Fogli ( mediano dai piedi buoni pronto per far ripartir l’azione).
Trequartista e pronto a inspirare le punte, c’era il campione tedesco, Helmut Haller, mentre al centro del campo ,regista e tessitore di gioco, pronto quindi a dettare i tempi e gli schemi di ogni azione, primeggiava la mente sopraffina di Giacomo Bulgarelli, e cioè un grande campione dentro e fuori del campo e dello spogliatoio. Ad operare lassù davanti, un trio d’hoc, costituito, in primis, da quella piccolissima ala, che si. .sganciava sovente sulla destra a suon di….Perani, e se questo non è vero, scusate, ancora una volta mi. .Correggio.
Sul fronte dell’attacco imperversava, poi, Pascutti, attaccante formidabile che proveniva direttamente dalla fascia sinistra, allo scopo di porre nelle condizioni migliori, per metterla dentro, il centravanti Nielsen, anche lui, attaccante dal goal facile, che fu davvero decisivo in quella stagione, sia per la classifica finale della propria squadra, che per la classifica personale dei marcatori, classifica che lo consacrerà, alla fine del torneo , come miglior cannoniere con ben 21 reti. Ma Giacomo Bulgarelli, oltre a ricoprire il classico ruolo di interno di centrocampo, in modo completo e pure coraggioso nei contrasti , risulto’ essere, anche, un giocatore, che sfruttando la sua grande propensione alla corsa, divento’ famoso per le sue incursioni offensive e per la sua alta media realizzativa, ottenuta, quest’ultima, proprio a cavallo dei primi anni sessanta ( otto goals di media a campionato nel triennio 62/63; 63/64;64/65).
Inoltre ricordiamo che Bulgarelli, si aggiudicò con il suo Bologna anche due coppe Italia ( 69/70 e 73/74).
In Nazionale, poi, partecipò sia al campionato del Mondo del Cile nel ’62 che a quello d’ Inghilterra nel ’66, dove s’infortuno’ seriamente, proprio durante l’ incontro decisivo, purtroppo perduto contro la Corea del Nord, grazie alla rete decisiva realizzata dal dentista Pak Do Ik.
Vinse, infine, solo come riserva, il campionato Europeo disputato a Roma nel ’68.
Anche dopo aver attaccato le scarpette al chiodo, la sua perspicacia e la sua eleganza, lo portarono ad essere, sia un bravissimo commentatore sportivo che un buon dirigente sportivo.
Rimarrà per sempre nel cuore rossoblu’ della tifoseria appassionata del Bologna.
L’altra “bandiera ” a cui Pecci si riferiva, nell’intervista sopra riportata, era, come tutti abbiamo ben compreso, Giorgio Ferrini, mente, cuore e grinta del centrocampo granata, dove milito’ dal ’60 fino al ’75, stagione quest’ultima, quella cioè del suo addio, che precedette l’anno di consacrazione del Torino, come campione d’Italia ( 75/ 76 ) e dove il mitico Ferrini svolse il ruolo di “secondo ” a fianco del Mister Radice.
Purtroppo nel ’76, fu colpito più di una volta da emorragia celebrale, evento drammatico, quest’ultimo, che, alla fine, gli fu fatale per davvero : Giorgio morì’ purtroppo nel Novembre ’76. Purtuttavia il suo esempio, la sua dedizione, la sua grinta, rimarranno per sempre nei cuori dei tifosi granata e chissà se tutti questi ingredienti, non abbiano dato, alla fine, un qualche sostegno decisivo, utile per i suoi compagni nell’ultimo sforzo per la vittoria finale.
Ricordiamo la formazione di quel Toro, campione d’Italia, proprio in onore al compianto Ferrini, che prima di essere giocatore fu, sin da subito, super tifoso granata :
In porta il” giaguaro” e cioè Castellini, terzini Santin e Salvadori, lo stopper era Mozzini, il libero lo faceva un certo. .Caporale, che però non divento’ mai . .capitano. Il centrocampo poi aveva contenuti di alta’ nobiltà rappresentati per lo più da uno che. . Patrizio lo era sempre stato e lo. ..Sala per sempre. Per non parlare poi dell’ Eraldo, il vero regista di centrocampo , il quale era talmente bravo nel far ripartir la squadra, che per gli avversari che si trovava davanti, era. .Pecci per loro. Per completare, inoltre, l’assetto dei centrocampisti, Zic Zac Zaccarelli, dopo aver dribblato l’avversario, era quello deputato a fare il rifinitore a ridosso della punte. Sulla fascia destra, per chiudere il. .cerchio, pronto a pennellare circa. .Di..Giotto o forse 19 cross a partita, con una. .parabola quasi perfetta, ovvero in. .rima con le preziosissime teste dei due gemelli del goal, c’era Claudio Sala, detto il. .poeta del goal. In avanti, infine, come ho già detto, i due gemelli del goal, Pulici e Graziani, con medie realizzative da capogiro per quell’epoca ( 21 reti il primo e 15 il secondo )
Per capire un po’ meglio, tuttavia, il personaggio Ferrini, è necessario recuperare un’ intervista fatta ad uno dei più prolifici bomber granata di tutti i tempi e cioè Paolino Pulici, detto il ” Puliciclone” che disse: “Da giovanissimo, mentre in allenamento ero marcato da Ferrini, lui mi colpiva continuamente ai fianchi, per obbligarmi a tenere i gomiti alti. Finché, preso dal nervoso, per reazione, lo colpi’ col gomito al naso, che sanguino’, alchè lui mi disse “. .Ora si’, che sei da Toro..! ”
Come capitano granata inoltre, Ferrini vinse due coppe Italia nel ’67/ 68 e nel ’70/71.
Con la maglia azzurra vinse l’Europeo nel ‘ 68, dove partecipo’ come titolare alla prima finale pareggiata con la Yugoslavia per 1 a 1 ( con rete di Domenghini siglato al 81 ‘ simo ), finale quest’ultima, poi, ripetuta e vinta qualche giorno dopo dagli azzurri per 2 a 0.
Ferrini partecipò anche al campionato del mondo del Cile, dove nella ” battaglia di Santiago ” contro i padroni di casa, fu espulso dall’Arbitro Ken Aston dopo 7 minuti. Ce ne vollero forse altrettanti per farlo uscire dal campo, scortato dalla Polizia.
In un derby con la Juve, divenne celebre perché nel bel mezzo di una rissa, insegui’ Omar Sivori per tutto il campo, prendendolo letteralmente a pedate.
Ma Giorgio Ferrini, non era solo un mastino di centrocampo, perché univa al suo immenso “cuore granata “, una gran classe, che lui faceva valere, con l’umiltà che lo contraddistingueva, unitamente poi alle indiscusse doti realizzative via via dimostrate. A tal proposito, ricordiamo le ben 8 reti siglate nel corso del campionato 63/64 e le 10 reti, realizzate invece nella stagione seguente e cioè quella del 64/65.
La terza “bandiera” che Eraldo Pecci, forse, si è incredibilmente scordato di rammentare nella sua intervista poc’anzi citata , e con la quale, tra l’altro, il regista “bolognese” ha disputato in maglia Viola, ben tre grandissimi campionati , sfiorando pure uno scudetto, è naturalmente lui, ” la Luce ” e cioè Antognoni. Giancarlo Antognoni è stato e sarà per sempre, un vero e proprio simbolo per tutto il calcio e lo sport Fiorentino ed Italiano. E’ lui, il capitano per eccellenza, l’ispiratore di ogni manovra. Ma di ” Antogno” il grande, preferirei non parlare troppo, perché rischierei, soltanto, con le mie parole, di non essere assolutamente all’altezza, nel tentativo di render giustizia e quindi di rappresentare ciò’ che ha realmente significato , per tutti noi, tifosi Viola, e della Nazionale Italiana, a partire proprio da quel famoso esordio a Verona, nel campionato 72/73, dove ” l’Antogno” fu il vero e grande protagonista di quella partita, vinta per 2 a 1 con goal decisivo del bomber Sergio Clerici, detto il ” gringo.”
Ricordo solo che, Antognoni, con la maglia azzurra, 10 anni dopo, e dopo aver sfiorato lo scudetto in maglia Viola, con Pecci e compagni, vinse, poi, alla grande, la coppa del mondo in Spagna ( 1982), sconfiggendo, prima della finalissima, squadroni del calibro dell’ Argentina e del Brasile.
E dopo questa rassegna di “bandiere”, simboli importanti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia del nostro calcio, passiamo ora a descrivere la partita odierna, ultima di campionato, disputata e pareggiata dal nostro Porta Romana, nei confronti della Sinalunga con il punteggio di 1 a 1.
Ore 15,30 si parte : Le squadre iniziano entrambe con un ritmo davvero intenso, praticando un gioco molto atletico anche se un po’ confuso, perché’ condizionato dal forte vento, che allunga ed accorcia le traiettorie a seconda della provenienza e direzione del tiro.
In evidenza subito Torrini che crossa pericolosamente da destra a sinistra, con un tiro che attraversa tutta la porta, senza che alcuno intervenga, sfiorando il palo opposto, con il portiere avversario, invaso da cotal conten.. Tiezzi, per averla così ben questa volta scampata.
Un altro paio di traversoni questa volta ben calciate su punizioni da Chiarelli, questa volta da sinistra a destra, mettono in seria difficoltà tutta la difesa ospite, che però si difende, ancora, come fossero.. Vichi..nghi.
Poi d’improvviso l’incredibile goal annullato al Porta Romana a metà del primo tempo, sempre su cross dalla sinistra che, dopo esser stato raccolto dai nostri giocatori, e deviato in rete, prima che la sfera attraversi completamente la linea di porta, quest’ultima, la sfera intendo, si impatta su Torrini, finito occasionalmente per terra proprio a cavallo della linea di porta.
Il guardalinee, tra lo stupore generale, segnala il fuorigioco. A fine del primo tempo, però, un brivido freddo corre lungo la schiena dei nostri, allorché, Bakkay, fa partire da fuori un tiro forte ed insidioso che il nostro Compagnoni, non con senza qualche difficoltà, riesce a respingere direttamente sulla traversa.
Il secondo tempo inizia ripercorrendo più o meno lo stesso copione del primo, con Ciolli e Chiarelli che davanti lottano per farsi, largo tra le maglie di quell’arcigna difesa avversaria, che, minuto dopo minuto, cercano di lanciare ai loro compagni in avanti, i primi. . Schillaci di ripresa.
Da due bellissime e successive combinazioni, nascono altri due goals, ancora una volta annullati dalla terna a Ciolli, per fuorigioco, e secondo me entrambe sono da rivedere alla moviola.
Dalla mia personale postazione e quindi, secondo il mio angolo di visuale sicuramente non in linea con l’azione, il secondo goal a noi annullato, era nettamente convalidare, visto che Chiarelli, l’autore del cross per Ciolli, è partito, secondo me, in posizione nettamente regolare, e cioè dietro la linea difensiva avversaria.
Nella seconda metà del secondo tempo, Vasseur e compagni, iniziano a farsi davvero pericolosi, con tiri da fuori, che impegnano il nostro portiere, in più di una circostanza.
All’ 84 simo arriva la beffa. Da un forte tiro cross proveniente dalla sinistra, il nostro portiere devia purtroppo sui piedi del loro attaccante, servendogli una palla, praticamente, su un. .Vasseur d’argento, il quale giocatore senese, senza pietà, tira a colpo sicuro ed insacca, ed è l’ 1 a 0 per loro e lo spettro di una sconfitta che ci potrebbe eliminare dai play off, purtroppo inizia drammaticamente a materializzarsi.
Ma, tempo sufficiente affinché gli avversari possono esaurire con i loro tifosi, la loro straripante esultanza, che su di un capovolgimento di fronte, ecco che, da una combinazione dei nostri nella loro area di rigore, sulla successiva respinta, arriva, come un sospiro di sollievo, il “tap in” di Santini, che. .Cogli così l’ormai insperata rete del pareggio, evitando così a noi tutti di. . Bakkay..rsi un bel calcione da tergo, da quell’animale pericolosissimo che, ancora oggi, si è dimostrato tale e cioè. . l’. Asinalunga.
Meno male! Finisce quindi 1 a 1 e così di conseguenza accediamo ai play off, cogliendo un risultato storicamente davvero importante per i nostri amati colori arancioneri della nostra piccola/ grande società: complimenti a tutti quanti per questa bellissima soddisfazione, anche se adesso ci aspetta un’altro spareggio davvero impegnativo, perché ancora una volta dovremo affrontare quei. . Baldacci giovani, non biondi però, ma. .Bruni piuttosto , che nell’ ultima battaglia di Anghiari ,purtroppo ci misero davvero sotto, conquistando la vittoria, soltanto a tempo ampiamente scaduto ed in seguito , secondo me, a gravi errori arbitrali. Comunque avanti così!
Buona settimana a tutti e forza Porta Romana, naturalmente!