Firenze, 4 maggio 2015 – Ultimo appuntamento per la stagione 2014/15 con la rubrica curata da Giacomo Grazzini: “Tutto il calcio minuto più… minuto meno. Il calcio ai tempi di Comunardo Niccolai”. Ecco il commento alla sfortunata finale play-off contro la Rignanese:
Prima di entrare nel vivo del commento dell’attesissima finale, valevole per la conquista della seconda piazza nella classifica finale del nostro girone, ecco che, proprio in vista della importantissima partita di semifinale di Europa League, Fiorentina – Siviglia, in programma per la settimana in entrata, nel corso invece della settimana in uscita, sul QN e’ apparsa una interessante intervista rivolta all’ex campione del mondo Daniel Bertoni, che di fronte alle domande formulate sull’argomento, l’argentino ex Viola, ha espresso, al quotidiano in questione, il suo autorevole punto di vista sulla suddetta e attesissima sfida, proprio in considerazione del fatto che il “puntero” sudamericano, ha militato per svariati anni, e cioè a cavallo dell’inizio degli anni ’80, dapprima nella squadra del Siviglia e poi nella Fiorentina.
Ricordo, ancora, come ho già raccontato malinconicamente qualche Domenica fa, che fu proprio con la squadra Viola, che Daniel Bertoni, sfiorò quel tanto rimpianto scudetto relativo alla stagione 81/82 , titolo svanito, per un soffio, o forse meglio a causa di qualche “fischietto” soffiato forse troppo male, per essere vero, contro la nostra amata e bersagliata Fiorentina.
Ed a proposito di quello che fu l’inizio della carriera in Viola di Bertoni, non posso scordarmi di aver assistito, in prima persona, seduto in maratona allo stadio Franchi, nell’estate del 1980, ad un’ amichevole di prestigio tra le due contendenti in questione, partita che sancì praticamente il passaggio di Bertoni dal Siviglia alla Fiorentina, società quella Viola, che all’epoca, apparteneva alla Famiglia Pontello, la quale proprietà fu, per i risultati poi raggiunti, dapprima osannata e poi tempestata di critiche feroci, dalla nostra appassionata tifoseria.
Daniel Ricardo Bertoni e’ stato riconosciuto da tutti, esperti e non, un giocatore di grande classe, che, però, ha avuto, a sua volta, la grande fortuna di giocare insieme a campioni del calibro di Giancarlo Antognoni (nei tre anni trascorsi alla Fiorentina ) e del calibro di Maradona, dal momento in cui, successivamente, passo’ alla corte della Società Napoli Calcio.
Ricordo, con grande ammirazione, come, nel momento in cui il nostro capitano Antognoni dovette, suo e nostro malgrado, rimanere in convalescenza per quattro mesi, a causa di un grave infortunio subito alla testa, in seguito ad un scontro ricevuto con….Malizia, ricordo e sottolineo ancora e con grande ammirazione, come Bertoni, si fosse prese in carico l’intera squadra, proseguendo con successo e determinazione il testa a testa con la Juve del Trap, fino all’ultima giornata, dove ahimè prevalsero loro, e qui scusate mi fermo…!
Ricordiamo la formazione tipo dei Viola, protagonisti di quello stupendo quanto “sfortunato” campionato: in porta, a presidiare l’…Aia di rigore, c’era un solo ..Galli, messo appunto a guardia del pollaio della difesa nostrana. Inoltre, dall’alto del suo ..nido di comando, Mr ..Picchio De Sisti, il quale, non condizionato affatto dal verso assiduo e reiterato del… Cuccu….reddu, aveva schierato in difesa, come roccaforte contro gli assalti avversari, sulla fascia sinistra un atleta arcigno, duro e resistente quanto un pezzo di ..Ferroni, mentre sulla fascia destra, un vero e proprio cursore agiva davvero instancabilmente, anche se talvolta un pochettino ..Contratto nei movimenti, si dimostrava, eccome.
Al centro, accanto ad uno che non parlava, di certo, il ….russo, anche se forse nel sangue lo era per davvero, e cioè ..Vierchowod, svettava la classe pura di ..Galbiati, che per tutti, significava .. fiducia, perché, si sa ..Galbiati, da sempre, vuol dire ..fiducia.
A centrocampo stazionava un mediano che copriva più ..spazi che una ..Casagrande con.. vista, panoramica, sia affacciata sulla difesa che sull’attacco.
Forse in tal caso anche l’impiego di un ..Terrazzi, ci poteva risultare alquanto comodo e gradito.
Mentre invece, riguardo al nostro grande regista, che in realtà non Er…Aldo più di un metro e sessantacinque , il numero otto ex toro, ri sottolineo volentieri che, quando si presentava in stato di .. Graziani, il tutto diventava sicuramente molto, ma molto ..Pecci per i nostri avversari di turno.
Il fuoriclasse Antognoni, ..umbro certamente solo nell’anagrafe, e mai, invece, troppo in ..volto, perché saldo e sereno rimaneva sempre con l’ animo forte e nobile di un capitano , distribuiva Assists continui e precisi al millimetro, servizio sempre e comunque assai gradito, per le nostre valide punte, le quali molto correttamente e puntualmente, con reverenza, rin.. Graziani.
Durante la degenza post operatoria dovuta al noto grave infortunio subito quell’anno, l’ “Antogno ” fu validamente sostituito, per quanto fu possibile, da un …vice, anzi da un …Miani vice, il quale, tra la sorpresa generale, fu decisivo con i suoi goals in più di una occasione: in 22 partite realizzo’ infatti ben 4 reti, veramente un buona media per un centrocampista partito come riserva.
La nostra ala destra, proseguendo nel racconto, da quanto correva e si spostava, in su e poi in giù, alla fine, faceva fare un bel gioco al ..Massaro a chi, poveretto, era giustappunto incaricato di seguirlo, come un ombra.
Lassù davanti, mentre …Bertoni ..filava via dai suoi marcatori, l’altro rin.. Graziani il gran pubblico, a suon di goals, pubblico che per tutta la partita sosteneva entrambi , perché proseguissero, appunto, con le loro giocate ed i loro goals.
Tuttavia, nonostante quindi il bel ricordo indelebile, lasciato da Bertoni con la maglia della Fiorentina e non solo, ritengo che il momento più importante ed irripetibile della sua prestigiosa carriera internazionale e’ stato, quando, con addosso la maglia blanco – celeste argentina, il giocatore Platense, conquisto’ proprio in patria, nell’Estate del 78, il titolo di campione del mondo.
All’epoca Daniel Ricardo, costituiva in nazionale una coppia d’attacco formidabile e ben assortita, davvero , nientemeno che, con ” El Matador ” Mario Alberto Kempes.
Anche Kempes, nel campionato del mondo del ’78 in Argentina, trovo’ la sua definitiva consacrazione, vincendo, sia la competizione più importante, che la classifica di capo cannoniere, con ben sei reti, realizzate con addirittura tre ..doppiette, peraltro così belle, da fare invidia al più appassionato dei ..cacciatori, doppiette che vennero distribuite nel corso del torneo, in tal modo:
…La prima doppietta fu siglata con la fortissima Polonia, la seconda contro un remissivo Perù ed infine l’ultima, nella combattutissima finale disputata contro l’Olanda nella caliente “bomboniera” di Buenas Aires , finalissima vinta per 3 a 1dai Blanco- celesti, con il terzo goal realizzato nei tempi supplementari dallo scatenato Bertoni.
Ricordiamo in onore dei due citati campioni, la formazionebBlanco – celeste condotta con sapienza dal ” Flaco ” Luis Cesar Menotti:
In porta c’era un buon ..Fillol.
In difesa a spingere sulla corsia di destra c’era un ..Tarantini che macinava chissà ..Quentin chilometri.
Dall’altra parte, invece, stazionava un difensore, che c..Olguin ogni occasione per interrompere sul più bello i ripetuti e disperati tentativi di assalto, imbastiti dalle squadre avversarie.
Al centro della difesa, accanto a .. Galvan, famoso perché ogni tanto dava la ..scossa alla squadra, c’era lui il “Caudillo ” e cioè colui, il capitano per eccellenza, che non faceva far ..Passarella proprio ad alcuno, almeno dalle sue parti, s’intende, a meno che non indossasse, per l’appunto, la mitica maglia blanco – Celeste.
A centrocampo giostrava gente dall’animo ..Ardiles, e con tanto fosforo in zucca, doti di capacità essenziali per poter dirigere, al meglio, il gioco collettivo della squadra sudamericana, con azioni e scambi in verticale, coadiuvate e condivise, anche da chi, si prodigava incessantemente nel combattere come un vero ..Gallego da combattimento e cioè, con lo stesso sentimento, di chi e’ quotidianamente impegnato a governare, con grande applicazione, il proprio ..Ortiz.
L’altra mezzala che ..Valencia la pena, ancora a una volta ,di essere vista e rivista in azione, da quanto era estroso, veniva alternato dal Mister “Flaco” Menotti, direttamente con il più che ” casalingo” ..Houseman, bravo anche lui, nel servire e rivivere puntualmente le punte lanciate a rete.
In avanti accanto ai due campioni c’era l ‘infelice, “..my name is ..Luque”, bravo, ma triste assai per la morte del fratello, avvenuta appena prima dell’ inizio della competizione mondiale.
Kempes, criniera al vento, garretti d’acciaio, volto fiero e petto in fuori, atleta dalla corsa con una potenza progressiva di un quattrocentista alla Juantorena, che si incuneava nelle difese avversarie, come fosse un giocatore sudafricano di rugby, non risulto’ mai essere , solo e soltanto un calciatore dal talento straordinario, ma in quel contesto politico nazionale, in cui viveva il suo paese, che era contraddistinto purtroppo dalla feroce repressione sanguinaria imposta dal Dittatore Videla, rappresento’, per tutta la gente argentina, il simbolo dell’inizio della riscossa di un “Pueblo” martoriato ed offeso nel profondo del suo orgoglio nazionale.
Si racconta, anche, che Mario Alberto, fu colui che, a fine partita, nego’ il classico saluto con la stretta di mano al tiranno, il quale si lamento’ e non poco, perché quell’asso argentino neo campione del mondo e indiscusso protagonista, lui il TIREX dittatore, non riuscì a ..Videla proprio mai, all’atto del cerimoniale, per la consegna ufficiale del trofeo.
Kempes e Bertoni, quando erano separati, perché entrambi assai impegnati nei loro rispettivi club, dimostrarono a tutti quanti, il loro valore di giocatori di grandissimo talento , ma non ripeterono mai, quello che insieme seppero esprimere, in quello specifico e particolare torneo mondiale, dove risultarono, semplicemente, essere devastanti, per le difese avversarie, e dove furono portati in trionfo ,ri sottolineo, come veri e propri eroi elevati a simboli del riscatto sociale e politico di un’ intera nazione.
Solo Maradona ( ..mondiale 86 ) e poi Batistuta ( ..coppa America, inizio anni novanta ) riuscirono, in seguito, ad eguagliare quel risultato dal valore intrinseco davvero rilevante.
E sulle note di quel tango argentino, suonato, ballato e giocato da questi due giocatori “simbolo”, che fecero grande la loro Nazionale nel ’78, passiamo finalmente al commento relativa alla partita di oggi e cioè, alla finalissima contro la Rignanese.
I nostri avversari vengono schierati dal loro Mister, che vuole a tutti i costi conquistare la ..Coppi, in codesto modo :
Messo a guardia della loro .. Aia di rigore e pronti a darci il loro .. Benvenuti, c’è .. Galli.
In mezzo alla ..giungla di centrocampo, pronto a dettare le ..Regoli del gioco, c’è ..Leo.
Il centrocampo e’ presidiato da giocatori, che sembrano apparentemente ..Degli Innocenti, ma che in realtà, quando e se possano, ti Am..Mazzoni molto ma molto volentieri.
In attacco, forse perché siamo già in entrati in …Privitera, alcuni giovani calciatori fioriscono precocemente, perché sono da sempre .. Ben..nati per rivestire al meglio il ruolo di centravanti.
Ore 15,30: si parte molto male, perché dopo pochi minuti, Mazzoni, che non e’ per noi un buon ..Compagnoni, e’ abile, invece, a cogliere di sorpresa il nostro giovane portiere, con un tiro dalla lunga palombella, che supera inesorabilmente il nostro numero uno, forse sorpreso un po’ troppo fuori dai pali, al momento del tiro del fantasista bianco verde.
In considerazione dello ..Stadio ancora iniziale della disfida, la sfera entrata in rete, trasforma la ..Porta Romana da rettangolare come era con volta a tutto ..Sesto, a Porta con sfumature .. Gotiche a ..Sesto acuto, come acuto e’ il dolore successivo al vantaggio avversario.
La reazione del Porta Romana, comunque, non si fa attendere, anche se la partita si presenta veramente dura, e quindi serve un gran fatica atletica e piena disponibilità agonistica, per creare i presupposti necessari per poter entrare pericolosi nella loro area rigore.
Alla mezz’ora, da una tiro secco da fuori area, Leo intercetta la sfera con un braccio in area di rigore. Dagli undici metri, ancora una volta, si incarica Ciolli, che, dopo la rincorsa, tira e spiazza il portiere, ed e’ parità.
Il secondo tempo comincia con l’espulsione shock di Pomo, reo, secondo l’arbitro, di aver intercettato la sfera con il braccio. Ma la distanza era veramente minima ed era impossibile per Pomo riuscire nell’improbabile impresa di smaterializzarsi dal campo.
La gara prosegue con una occasione per parte, occasioni naturalmente non sfruttate. Il gioco si va ruvido, ma il Porta Romana, pur non riuscendo ad esprimersi come Domenica scorsa, anche in dieci, regge bene il confronto, finché giunti a 10 minuti dalla fine, Mazzoni, pur piccolo di statura, su di un traversone ben calciato da Degli Innocenti, gira molto bene di testa, indovinando l’angolino lontano, alla destra di Compagnoni ed è 2 a 1.
Poi il fischio finale del discutibilissimo arbitro pratese.
Loro proseguono, nel suggestivo cammino delle qualificazioni, noi non più!
Purtuttavia un grande plauso si meritano i nostri giocatori, i nostri tecnici, e tutti quanti gli addetti, per come ottimamente hanno interpretato e si sono disimpegnati in questa meravigliosa stagione calcistica.
Con il mio ultimo appuntamento inserito nella mia rubrica ..Tutto il calcio minuto più ..minuto meno, rivolgo un ringraziamento particolare a tutti coloro che mi hanno dato la possibilità, domenica per domenica, di esprimere a Voi tutti, i miei racconti ed i miei commenti, sperando di avervi pure trasmesso, un po’ della mia passione sportiva riguardante, principalmente, sia quegli eventi calcistici, che hanno contraddistinto gli anni sessanta e settanta, sia, parallelamente e primariamente, giornata dopo giornata, con il mio commento assolutamente “imperfetto”, quel bellissimo percorso intrapreso dai nostri giocatori arancioneri, che sono stati in grado, per tutta la stagione, di regalarci emozioni veramente uniche, da rivivere assolutamente, nei campionati venturi, i quali campionati, spero che ci vedranno ancora una volta rispondere come protagonisti vincenti alla grande, come e’ accaduto quest’anno, o meglio, alla grande tra i grandi.
Un grazie sincero a tutti, forza grande Porta Romana, al prossimo campionato, buona estate,
Giacomo.