Firenze, 22 giugno 2020 – Lapo Cirri è il nuovo presidente del C.S. Porta Romana Oltrarno. Al termine dell’assemblea promossa per tracciare le linee direttive dell’associazione, gli “stati generali arancioneri” hanno preso atto delle dimissioni di Lorenzo Taiti – al quale va il ringraziamento di consiglieri e appassionati – indicando Lapo Cirri come presidente. Il nuovo consiglio sarà composto da Lapo Cirri, Giacomo Grazzini, Alfonso De Lauri, Lorenzo Taiti, Barbara Bongini, Claudio Terrazzi, Francesco Tomasello, Andrea Bongini, Alberto Locchi, Alberto Fanfani, Daniele Maglioni, Simone Gallini, Alessandro Gazzareni, Marco Mordini, Alessio Pini e Gianni Impagliatelli. Tutti gli incarichi saranno formalizzati nell’Assemblea dei Soci che si terrà nei primi giorni di luglio. Intanto è stato dato mandato al direttore sportivo Nicolò Chiarelli di iniziare i colloqui per la costruzione delle squadre per il prossimo anno.
Lapo Cirri, nato a Firenze il 20 giugno del 1963, maturità classica, lavora dal 1987 nel settore delle tecnologie medicali. In particolare, è tra i soci e si occupa della Direzione Commerciale di un’azienda fiorentina che produce e commercializza in tutto il mondo sistemi laser per la medicina, sia in ambito privato che pubblico.
Da sempre appassionato di sport, ha seguito i due figli sui campi di calcio, «senza perdermi una partita da quando avevano 6 anni – spiega Cirri – e cercando come genitore di dare una mano e partecipare alla vita ed alle attività della società dove hanno militato, Rifredi, Rinascita Doccia, Floria 2000 e Porta Romana». Arrivato al Porta Romana – continua Cirri – «sono da subito rimasto particolarmente colpito dal senso di appartenenza e dallo spirito di iniziativa dei dirigenti, un gruppo di amici che, per puro divertimento, da un campo di terra quasi improvvisato (Bibe) sono riusciti ad arrivare ad essere la seconda squadra di Firenze, gestendo tra mille difficoltà un impianto come quello delle Due Strade. Mi è stato chiesto di partecipare e di dare una mano, con la mia poca esperienza calcistica ma con il mio tanto entusiasmo ed un po’ di competenza imprenditoriale, mi sono messo a disposizione, prima entrando a far parte del Consiglio uscente e adesso con questo nuovo ruolo.
La figura del presidente. «Per prima cosa un ringraziamento ai consiglieri e ai soci che mi hanno scelto. Poi, a nome di tutti, un grazie a Lorenzo Taiti che mi ha preceduto per quanto ha fatto nel suo mandato e per quanto avrà piacere di fare in futuro. La figura del presidente poco conta se non come espressione di un gruppo di lavoro che contribuisce all’unisono alla causa comune: creare aggregazione di ragazzi e famiglie, fare calcio in sicurezza, oggi più che mai importante, e perché no toglierci qualche soddisfazione sportiva. Qualsiasi decisione va condivisa all’interno della famiglia arancionera, il presidente da solo fa poco. Forse nell’ultimo periodo, così particolare in cui tutti hanno avuto ben altre preoccupazioni oltre al calcio, si era un po’ perso questo senso di condivisione. C’era bisogno di smuovere le leve dell’entusiasmo. Quando mi è stata proposta questa carica ho detto: ci sto, ad un patto, che ci sia condivisione e impegno da parte di tutti. Per funzionare alla perfezione un ingranaggio ha bisogno di tutte le ruote ben funzionanti».
Giorgio Borchi. «Sono il primo presidente del Porta Romana che non ha avuto l’onore di conoscere personalmente Giorgio Borchi. Ma il suo esempio, il senso di famiglia che ha portato a questa associazione, si percepisce arrivando al campo, parlando con le persone o guardando la galleria di foto nella nostra sede. Tutti me ne hanno parlato come di un babbo. Al Porta Romana si conoscono tutti da una vita, è un percorso nato tanti anni fa, che assolutamente non dobbiamo disperdere ma sviluppare».
La prossima stagione. «Sarà un’annata particolare, non sappiamo ancora quando si partirà, quale sarà il format dei campionati. Il primo step sarà definire come ripartire in tutta sicurezza, le informazioni ancora non sono del tutto chiare. Sul piano sportivo, Niccolò Chiarelli è già al lavoro per allestire le squadre. Stiamo cercando di confermare l’organico della prima squadra, valorizzando come sempre qualche giovane proveniente dalla nostra Juniores o da altre società vicine. L’obiettivo è mantenere il livello di competitività dimostrato nella stagione 2019/20. Prima dell’interruzione stavamo disputando un bel campionato, per diverse giornate siamo stati anche al comando della classifica. Come Juniores veniamo invece da un anno con più bassi che alti e una posizione di classifica non ottimale. In un’ottica sempre di valorizzazione dei giovani vogliamo fare decisamente meglio. Una prima squadra competitiva non può prescindere da una Juniores altrettanto competitiva».
Settore giovanile e progetto Oltrarno. «Una Juniores competitiva a sua volta richiede un serbatoio da cui attingere. L’Oltrarno, iniziativa alla quale non ho partecipato direttamente ma della quale condivido pienamente lo spirito e la logica, è un’ottima intuizione che però non ha ancora dato i suoi frutti. Quelle sinergie che avevano generato l’iniziativa non sono state sviluppate pienamente. Sia da parte nostra che del Galluzzo serve maggiore compartecipazione. Un settore giovanile e una scuola calcio del Porta Romana? Nell’immediato non è un’ipotesi percorribile, soprattutto in termini di sicurezza: immaginatevi la gestione oggi di 200 ragazzini nell’impianto. In futuro non lo escludo. Nella prossima stagione però ci concentreremo sull’ottimizzazione del progetto Oltrarno: sarà un anno decisivo per capire se è un’iniziativa che merita di continuare e di essere rafforzata o se invece è stata solo una bella idea incompiuta».
La gestione dello stadio. «Entrare alle Due Strade è il massimo. Pensate all’impatto emotivo per un ragazzo che sale le scale che dagli spogliatoi portano in campo. Giocare su un tappeto d’erba di ultima generazione, alzare lo sguardo verso la tribuna coperta. Il “Bozzi” è il nostro vanto, il nostro orgoglio, sicuramente è una delle motivazioni che portano i ragazzi a scegliere il Porta Romana. Allo stesso tempo per il Consiglio Direttivo c’è la grande responsabilità di gestire il secondo impianto di Firenze. E’ un impegno grande, in una fase come questa anche particolarmente oneroso da un punto di vista economico, che stiamo sostenendo in maniera completamente autonoma. Riusciamo a mantenerlo, a pulirlo, a rinfrescarlo anche grazie alla buona volontà delle persone che vivono il Porta Romana e a un bel gruppo di genitori volenterosi. Una cosa mi sento di dirla: per noi è un onore gestire questo impianto, ma l’impianto è pubblico. In un momento come questo, nel quale sono venute meno risorse importanti per le associazioni sportive – penso ai tornei estivi annullati, alle finali dilettanti annullate, alla sospensione dei campionati giovanili della Fiorentina – è indispensabile anche un sostegno da parte delle istituzioni. Gestione significa mantenere al meglio un bene pubblico nell’ordinario, ma ora siamo in una situazione straordinaria. Mancano gli introiti, ma le uscite purtroppo sono rimaste. E’ talmente bello fare calcio al “Bozzi” che cercheremo di fare del nostro meglio per mantenerlo al top, anche perché il Comune viene giustamente a verificare e certo in questo momento qualche sostegno in più non guasterebbe…»