Il Centro Sportivo Porta Romana nasce nel 1964. Ma nel ripercorrere la storia della società bisogna partire dal 1959, quando Giorgio Borchi e Piero Marzoppini costituirono la prima squadra di calcio presso la parrocchia di Sant'Ilario in Colombaia. Giorgio Borchi racconta: «Venne da me Piero, mio carissimo amico, e mi chiese: "si fa una squadra di calcio? Ho 7-8 ragazzi di San Frediano che vorrebbero giocare a pallone". Piero negli anni seguenti sarebbe stato l'anima del Porta Romana, oltre che il ragioniere della Fiorentina. Detto fatto, andammo a parlare con don Caponi, parroco di Sant'Ilario, che ci mise a disposizione una stanza come sede. La squadra era formata anche da alcuni ragazzi di Porta Romana e della parrocchia. Ricordo alcuni nomi, Bartolini, Corti, Ghiribelli...»
«Ci chiamavamo Sant'Ilario, affiliati al Centro Sportivo Italiano - continua Borchi - talvolta era un problema andare a giocare in periferia, erano i tempi delle dispute tra comunisti e democristiani e noi eravamo considerati la squadra del prete, è capitato pure di rimanere chiusi dentro gli spogliatoi...»
Arriviamo quindi al 1964. «A noi mancava un campo dove giocare - ricorda Borchi - un giorno incontrammo don Staccioli, parroco della vicina parrocchia di San Quirichino, futuro preposto all'Impruneta. Parlammo di realizzare un centro sportivo per i ragazzi del quartiere, su un terreno messo a disposizione da un parrocchiano, l'ing. Cantagalli. Spianammo la terra con il trattore, furono fatti i canali sotto il campo, a poco a poco il nostro campo prese forma, 90 metri per 45. Fu intitolato a Giulio Staccioli, anche se per tutti è sempre stato il "Bibe", dal nome della trattoria che identifica la zona, nei pressi di Ponte all'Asse. All'inizio c'era solo un piccolo spogliatoio e uno stanzino per l'arbitro. Per scaldare l'acqua delle docce c'era una stufa, eravamo sempre in cerca di legna per alimentarla...»
«La maggior parte dei ragazzi erano di Porta Romana - spiega Borchi - decidemmo quindi di chiamarci Centro Sportivo Porta Romana e di affiliarci alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Al momento di scegliere i colori sociali decidemmo per l'arancione; non erano ancora i tempi del calcio totale olandese, ma a quei tempi almeno a Firenze nessuna società aveva le maglie di questo colore e ci volevamo distinguere. Il nero poi venne da sé come abbinamento, colletto, pantaloncini, in alcune mute anche le righe verticali...»
Nel 1966 l'alluvione travolse anche il campo di gioco del Porta Romana, portando via le porte e la recinzione. Fu ricostruito tutto, con il lavoro di tanti volontari ed un contributo della Federazione. «Negli anni seguenti il campo è stato allungato - aggiunge Borchi - compatibilmente con le disponibilità economiche abbiamo sempre cercato di essere al passo con i tempi, sono stati realizzati nuovi spogliatoi, con una caldaia prima a gasolio e poi a gas metano. Con l'aiuto di un amico, il Cav. Angelo Grazzini, abbiamo realizzato la tribuna e l'impianto di illuminazione. "Bibe" è la storia del Porta Romana, così come la parrocchia di Sant'Ilario, dove all'inizio di ogni stagione viene celebrata una S. Messa con la partecipazione di tutti i nostri ragazzi...»
Fino alla metà degli anni 2000 il Porta Romana milita in Seconda o Terza Categoria. «La nostra aspirazione era vincere i campionati di Terza Categoria o rimanere in Seconda Categoria. Ma negli anni '70 - rivendica Borchi - abbiamo vinto anche una delle prime edizioni del Trofeo Enrico Befani, uno dei tornei più antichi e prestigiosi organizzati a Firenze». Oltre alla prima squadra, la società poteva vantare un settore giovanile composto dalle categorie Juniores, Allievi e Giovanissimi. Tra i tanti ragazzi che sono passati dal "Bibe" ricordiamo un giovanissimo Andrea Pazzagli, che dal Porta Romana approdò alle giovanili della Fiorentina per poi diventare campione del mondo per club nel Milan di Sacchi, e Marco Baroni, anche lui ceduto alla Fiorentina ed in seguito campione d'Italia con il Napoli di Maradona.
«Il resto è storia recente - conclude Borchi - nei primi anni 2000 nel consiglio entra un gruppo di "ragazzi" cresciuti al "Bibe" che, smessi gli scarpini, decidono di impegnarsi per far crescere la società. Comincia così una fantastica scalata che nel giro di 10 anni porterà il Porta Romana fino all'Eccellenza, diventando la seconda società calcistica di Firenze dopo la Fiorentina, ed alla gestione dello stadio delle Due Strade...»
Le origini: foto-gallery
«Ci chiamavamo Sant'Ilario, affiliati al Centro Sportivo Italiano - continua Borchi - talvolta era un problema andare a giocare in periferia, erano i tempi delle dispute tra comunisti e democristiani e noi eravamo considerati la squadra del prete, è capitato pure di rimanere chiusi dentro gli spogliatoi...»
Arriviamo quindi al 1964. «A noi mancava un campo dove giocare - ricorda Borchi - un giorno incontrammo don Staccioli, parroco della vicina parrocchia di San Quirichino, futuro preposto all'Impruneta. Parlammo di realizzare un centro sportivo per i ragazzi del quartiere, su un terreno messo a disposizione da un parrocchiano, l'ing. Cantagalli. Spianammo la terra con il trattore, furono fatti i canali sotto il campo, a poco a poco il nostro campo prese forma, 90 metri per 45. Fu intitolato a Giulio Staccioli, anche se per tutti è sempre stato il "Bibe", dal nome della trattoria che identifica la zona, nei pressi di Ponte all'Asse. All'inizio c'era solo un piccolo spogliatoio e uno stanzino per l'arbitro. Per scaldare l'acqua delle docce c'era una stufa, eravamo sempre in cerca di legna per alimentarla...»
«La maggior parte dei ragazzi erano di Porta Romana - spiega Borchi - decidemmo quindi di chiamarci Centro Sportivo Porta Romana e di affiliarci alla Federazione Italiana Giuoco Calcio. Al momento di scegliere i colori sociali decidemmo per l'arancione; non erano ancora i tempi del calcio totale olandese, ma a quei tempi almeno a Firenze nessuna società aveva le maglie di questo colore e ci volevamo distinguere. Il nero poi venne da sé come abbinamento, colletto, pantaloncini, in alcune mute anche le righe verticali...»
Nel 1966 l'alluvione travolse anche il campo di gioco del Porta Romana, portando via le porte e la recinzione. Fu ricostruito tutto, con il lavoro di tanti volontari ed un contributo della Federazione. «Negli anni seguenti il campo è stato allungato - aggiunge Borchi - compatibilmente con le disponibilità economiche abbiamo sempre cercato di essere al passo con i tempi, sono stati realizzati nuovi spogliatoi, con una caldaia prima a gasolio e poi a gas metano. Con l'aiuto di un amico, il Cav. Angelo Grazzini, abbiamo realizzato la tribuna e l'impianto di illuminazione. "Bibe" è la storia del Porta Romana, così come la parrocchia di Sant'Ilario, dove all'inizio di ogni stagione viene celebrata una S. Messa con la partecipazione di tutti i nostri ragazzi...»
Fino alla metà degli anni 2000 il Porta Romana milita in Seconda o Terza Categoria. «La nostra aspirazione era vincere i campionati di Terza Categoria o rimanere in Seconda Categoria. Ma negli anni '70 - rivendica Borchi - abbiamo vinto anche una delle prime edizioni del Trofeo Enrico Befani, uno dei tornei più antichi e prestigiosi organizzati a Firenze». Oltre alla prima squadra, la società poteva vantare un settore giovanile composto dalle categorie Juniores, Allievi e Giovanissimi. Tra i tanti ragazzi che sono passati dal "Bibe" ricordiamo un giovanissimo Andrea Pazzagli, che dal Porta Romana approdò alle giovanili della Fiorentina per poi diventare campione del mondo per club nel Milan di Sacchi, e Marco Baroni, anche lui ceduto alla Fiorentina ed in seguito campione d'Italia con il Napoli di Maradona.
«Il resto è storia recente - conclude Borchi - nei primi anni 2000 nel consiglio entra un gruppo di "ragazzi" cresciuti al "Bibe" che, smessi gli scarpini, decidono di impegnarsi per far crescere la società. Comincia così una fantastica scalata che nel giro di 10 anni porterà il Porta Romana fino all'Eccellenza, diventando la seconda società calcistica di Firenze dopo la Fiorentina, ed alla gestione dello stadio delle Due Strade...»
Le origini: foto-gallery